Diario, o altresì blog

Il diario, dunque: ma non come resoconto narrativo dei fatti quotidiani, non come religione della giornata o bollettino dell’io. Non un giornale intimo, ma un periodico esteriore, semmai. Periodico, perché non tutti i giorni – purtroppo – regalano incontri importanti di cui prendersi cura sulla pagina, e quindi non c’è nessun motivo per cui valga la pena di perdere tempo a inseguire col fiatone il racconto di tutto il calendario. Esteriore, perché privilegia la vita di relazione, scavalca il sentimentalismo interiore delle impressioni e si installa direttamente dentro la voce dell’altro, nelle sue espressioni, nelle frasi effettivamente comunicate. […] Dedicare tempo non tanto al commento delle frasi degli altri, ma semplicemente alla loro trascrizione. Dar loro diritto di accesso e residenza sulla pagina senza fargli pagare il pedaggio dell’interpretazione.

Tiziano Scarpa Cos’è questo fracasso?

11 risposte a “Diario, o altresì blog”

  1. Mi è poco chiaro: la voce dell’altro (chi? il narratore o il lettore?) è esteriore perchè scavalca il “sentimentalismo interiore” ?!?! ….

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    1. Semplicemente si mette tra parentesi il proprio ego per dare spazio agli altri, lettori e non. Sentimentalismo interiore è riferito a quello che creano diari che parlano solo di sé.
      Ciao

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      1. Il diario è una confessione con sé stessi e non lo definirei come genere “sentimentale” ( es. Il diario di Anna Frank ) , dipende dal contenuto e dallo stile. Se non parlasse di sé non sarebbe un diario ma un racconto o un romanzo. Parlare di sé non significa dare spazio al proprio ego, quello è l’egocentrismo che si esplica con un pubblico, inoltre nelle confessioni si toglie la maschera sociale delle convenzioni e si da spazio alla voce interiore.
        Insomma, come qualsiasi genere di scrittura, è di tutto rispetto, come chi scrive e chi legge.

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      2. Allora tono sentimentale è più appropriato. Io non lo amo, tutto qui. Cm tranquilla se vuoi trovare un diario sentimentale quotidiano non hai che l’imbarazzo della scelta, il problema è trovare altro.

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  2. Tu cosa ne pensi Moralia, visto che lo hai pubblicato?

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    1. Una folgorazione, Tieni conto che parliamo di almeno 17 anni fa, quindi la cosa era una critica in tempi non sospetti a tutto questo proliferare di egocentrismo.
      Ciao

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      1. È molto interessante. Per qualche verso mi fa sentire sbagliata, in fondo non so scrivere che di me. Per contro il fatto che dica del diritto di accesso, del ritrovarsi in qualche modo nelle parole di un altro mi piace, perché l’intenzione non è, almeno per me, egocentrica o superficiale. Lo scavo interiore è qualcosa che ammiro e mi aiuta negli altri, e cerco (malamente assai) di farlo in me. Non con la pretesa di una discussione, solo di una ricerca attraverso le parole. Va da sé, senza pretesa di giudizio, che c’è chi scrive in modo da lasciarti attaccato qualcosa, e chi “si esibisce”. Quanto all’egocentrismo, il mio peggior difetto è essere esattamente al contrario, cosa che fa male quanto la prima. Ciao Moralia, buona giornata 😊

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      2. L’estratto si riferisce specificatamente al linguaggio. Noi non creiamo nulla, ma riscriviamo le parole dette da altri (quando nasciamo veniamo in un mondo che già esiste). L’autore (e io con lui) è per una trascrizione pura, libera dall’interpretazione. Un annullamento di fronte a quello che l’altro ha da dire. Quindi la tua ricerca interiore passa per quello che gli altri hanno scritto o detto prima di te.
        Ciao 🙂

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      3. Siamo la storia da cui veniamo, l’esperienza che abbiamo vissuto, il frutto di un “prima”, e nello stesso tempo sempre in evoluzione, un “non ancora”, incompiuti…forse…mi hai messo in movimento con i pensieri (troppo difficili per me…).

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  3. La dialettica che leggo da te è sempre stimolante, sai..

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