Ci è capitato in questi mesi di leggere qualcuno che capovolgeva lo slogan della prima ondata dicendo “No, non andrà tutto bene”, con altrettanta retorica di “andrà tutto bene”, si dirà. Ma anche come se “andrà tutto bene” fosse stato uno slogan inventato per gli adulti, e quindi meritevole di riflessioni serie e critiche, e non per i bambini. Una di quelle frasi facili, da film, che si possono dire al massimo come augurio.
Il fatto che qualcuno si fosse fidato di quell’”andrà tutto bene” come fosse un progetto realistico è qualcosa che mi è tornato in mente di continuo leggendo La società della fiducia di Antonio Sgobba (Il Saggiatore), un saggio su come tutte le crisi della società attuale possano ricondursi, in qualche modo, a una crisi della fiducia. Una crisi verticale, nei confronti del potere politico, del giornalismo, della scienza e una crisi orizzontale, dei cittadini tra loro.
La prima ondata aveva visto molti cittadini stringersi attorno ai governi, attribuendogli dei meriti, in molti casi, immotivati – vedi anche i governatori salutati come salvatori della patria, con plebisciti che già adesso sarebbero irripetibili – ma quantomeno non aveva illuso nessuno sul fatto che potesse tornare fiducia nella politica. La scienza, invece, avrebbe potuto “sfruttare” la pandemia per ricostruire la propria autorevolezza. E invece non è successo. Anzi. Secondo Sgobba perché la scienza continua a illudersi di poter apparire estranea alla vita, mentre dovrebbe saper spiegare i propri valori. Dovremmo tutti accettare che il principio di autorità è saltato, dunque dovrebbero tutti comprendere che l’autorità non va riconquistata, ma continuamente motivata.
Non si fidano i cittadini, l’uno dell’altro. Non si fidano delle regole decise dal governo. Né il governo si fida di loro e, infatti, propone delle regole che sa astruse proprio perché non si fida. Di cosa, poi? Di un tracciamento saltato. E non si fidano i genitori che la scuola possa o sappia far rispettare le distanze. Non si fidano che sia davvero riparata dai contagi, non si fidano degli altri genitori, ma non possono dirglielo apertamente. Perché non si fidano di cosa poi potrebbe accadere se fossero sinceri.
A. G.